Così come gli altri popoli mediterranei o orientali anche i Greci diedero grande importanza alla musica ma in più essi le attribuirono un alto valore formativo e un forte mezzo espressivo tanto da cosiderare la musica una vera e propria forma d'arte. Le informazioni sulla musica greca che sono giunte sino a noi possono essere classificate in:
- fonti extramusicali (leggende, testi poetici, pitture, bassorilievi, strumenti musicali...)
- scritture musicali (circa una ventina giunte sino a noi)
- opere teoriche musicali (soprattutto trattati)
Tra le leggende più conosciute possiamo menzionare quella di Orfeo che con la voce e la musica supera il canto delle sirene e placa l'ira di Cerbero; quella di Anfione che con il suono magico della sua lira sistema le pietre delle mura della città di Tebe o quella di Arione di Metimna, che tradito dai marinai della sua nave canta per un' ultima volta: concluso il canto viene gettato in mare, dove un delfino lo carica sul dorso e lo conduce in salvo.
Tra le scritture musicali giunte sino a noi (circa venti) possiamo ricordare "L'Epitaffio di Sicilo" scoperto in Anatolia nell'anno 1883 e datato I/II secolo d.C. Inciso su di un cippo funerario era composto da dodici righe di testo di cui sei con accompagnamento di una melodia vocale frigia. L'importanza del documento è unica in quanto si tratta del più antico brano giunto completo ai nostri giorni.
Di seguito la traduzione del testo, la melodia da ascoltare e l'immagine dell' Epitaffio:
"Finché vivi, sii gioioso,
non rattristarti mai oltre misura:
la vita dura poco e il Tempo esige il suo tributo"
Tra i maggiori teorici che scrissero trattati, stampati per la prima volta nel 1652 e successivamente nel 1895, si possono annoverare:
-Euclide (IV secolo a.C.) - Tolomeo (II secolo a.C.) - Aristosseno di Taranto (IV sec. a.C.) - Alipio (IV secolo d.C.) grazie al quale fu possibile decifrare le notazioni greche.
Tra gli strumenti musicali più importanti dell'Antica Grecia troviamo l'aulos. Era uno strumento a fiato ad ancia doppia, simile al nostro oboe, sacro al culto di Dioniso, dio del vino, dell'ebbrezza e dell'incantamento. Una striscia di cuoio girava intorno al capo dell'esecutore, aiutandolo a fermare, tra le labbra, le imboccature dell'aulos doppio, il diaulos, strumento più diffuso dell'aulos semplice.
Un altro strumento utilizzato in Grecia fu la cetra, strumento utilizzato, generalmente, per accompagnare i racconti delle leggende degli dei e degli eroi. La lira o cetra era ritenuta sacra al culto di Apollo, il dio della bellezza e simboleggiava una diversa idea della musica, molto più razionale di quella associata al dio Dioniso. Era formata da una cassa di risonanza (carapace di tartaruga o scodella in legno) ricoperta da un pezzo di pelle in funzione di tavola armonica. Due corna animali o due montanti lignei, che di dipartivano dalla cassa, stavano a sostenere il giogo orizzontale. Tra la cassa e il giogo erano tese le corde: dapprima 4, poi 7, poi un numero ancora maggiore. Si suonava pizzicando le corde con un plettro solitamente d'avorio. C’è un mito che dimostra la superiorità che acquistò, per i greci, la poesia accompagnata dalla cetra. Si tratta del mito di Atena, dea della sapienza, la quale gettò via l'aulos perché le deturpava il viso, scegliendo la cetra. C’è, quindi, quest’idea della superiorità della musica razionale rispetto a quella irrazionale. Ciò nonostante, vengono riconosciute entrambe le dimensioni e associate una ad Apollo, l'altra a Dioniso. Altri strumenti erano la siringa, simile al flauto dolce; il flauto di Pan, formato da 7 canne disposte una vicina all'altra e di altezza degradante; la salpinx o tromba. Tra gli strumenti a percussione si ricordano i tamburi, i cimbali (gli attuali piatti), i sistri e i crotali.
Un altro strumento utilizzato in Grecia fu la cetra, strumento utilizzato, generalmente, per accompagnare i racconti delle leggende degli dei e degli eroi. La lira o cetra era ritenuta sacra al culto di Apollo, il dio della bellezza e simboleggiava una diversa idea della musica, molto più razionale di quella associata al dio Dioniso. Era formata da una cassa di risonanza (carapace di tartaruga o scodella in legno) ricoperta da un pezzo di pelle in funzione di tavola armonica. Due corna animali o due montanti lignei, che di dipartivano dalla cassa, stavano a sostenere il giogo orizzontale. Tra la cassa e il giogo erano tese le corde: dapprima 4, poi 7, poi un numero ancora maggiore. Si suonava pizzicando le corde con un plettro solitamente d'avorio. C’è un mito che dimostra la superiorità che acquistò, per i greci, la poesia accompagnata dalla cetra. Si tratta del mito di Atena, dea della sapienza, la quale gettò via l'aulos perché le deturpava il viso, scegliendo la cetra. C’è, quindi, quest’idea della superiorità della musica razionale rispetto a quella irrazionale. Ciò nonostante, vengono riconosciute entrambe le dimensioni e associate una ad Apollo, l'altra a Dioniso. Altri strumenti erano la siringa, simile al flauto dolce; il flauto di Pan, formato da 7 canne disposte una vicina all'altra e di altezza degradante; la salpinx o tromba. Tra gli strumenti a percussione si ricordano i tamburi, i cimbali (gli attuali piatti), i sistri e i crotali.
(Il capitolo sugli strumenti musicali è riveduto da "Wikipedia")